Si è svolta questo mercoledì la manifestazione dei 200 lavoratori somministrati dell’azienda Ospedaliera di Caserta a rischio licenziamento.
Lo sciopero di sei ore dalle 8.00 alle 14.00 indetto dalla Felsa CISL Caserta è partito in corteo dall’Ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” fino a giungere in presidio dinanzi la Prefettura.
I lavoratori chiedono concorsi con la riserva del 50×100, adeguata premialità e rinnovo dei contratti nelle more delle procedure concorsuali.
Presenti insieme ai lavoratori il Segretario Felsa CISL Caserta Angelo Iodice Magliacano, il Segretario Generale Ust CISL Giovanni Letizia, il Segretario Provinciale Cisl Nicola Cristiani e in termini di supporto solidale il Segretario Generale CISL FP Caserta Franco Della Rocca.
All’incontro si è aggiunto il consigliere Regionale Gianpiero Zinzi che, salito in Prefettura con i lavoratori, ha chiesto un tavolo tecnico con i vertici dell’Azienda e della Regione.
“Stamattina insieme ai precari somministrati dell’azienda ospedaliera di Caserta – ha affermato Zinzi – ho chiesto in Prefettura la convocazione di un tavolo tra le parti, nella speranza che un nuovo tentativo di conciliazione porti ad una soluzione della situazione in cui versano i 200 lavoratori. Nonostante per un decennio abbiano contribuito al mantenimento dei livelli essenziali tra qualche giorno, nel silenzio assordante della Regione Campania, i loro contratti scadranno. Un’emergenza per 200 famiglie casertane e per l’Azienda che dovrà continuare a garantire l’assistenza con personale ridotto. La soluzione – ha concluso il consigliere regionale – potrebbe passare per un percorso concorsuale che dia il giusto valore agli anni di esperienza e di impegno maturati. La politica dia una risposta chiara a queste famiglie”.
In effetti, a parte l’intervento del Sindaco di Caserta Carlo Marino, c’è un inspiegabile silenzio istituzionale sulle sorti di questi 200 lavoratori e sul blocco di questo concorso indispensabile alla stabilizzazione dei precari.
Intanto il 31 gennaio il contratto dei lavoratori somministrati scadrà e 200 famiglie saranno in mezzo alla strada mentre l’Azienda Ospedaliera si troverà con 200 elementi in meno, ad affrontare una crisi non indifferente, considerato che in un decennio questi lavoratori precari hanno permesso all’ospedale di mantenere i Lea e garantire alla popolazione un’assistenza continuativa a costo di grandi sacrifici.