In un periodo di isolamento ed emergenza, le pagine di un libro possono darci conforto. Ancora di più se raccontano la nostra storia cestistica e ci permettono di rievocare, insieme a loro, i momenti salienti della storia recente della Juvecaserta. Lo facciamo con alcuni estratti di ‘A 40 minuti dal paradiso’, il libro scritto nel 2010 da Sante Roperto e Camillo Anzoini.
L’emozione più grande rimarrà l’arrivo al PalaRavizza di Pavia. Noi sul pullman nei pressi del palazzetto, ci muovevamo con difficoltà circondati dall’affetto dei tifosi giunti da Caserta. Le ali di folla ci accompagnano per la strada fino all’ingresso, la gente attorno al pullman a gridare cori, con le braccia al cielo. Poi un applauso lungo, scrosciante, interminabile. Negli occhi di quelle oltre duemila persone, i sogni e le speranze che quaranta minuti più tardi avrebbero potuto prender corpo. Eravamo tutti a quaranta minuti dal Paradiso. A una sola partita da quella promozione in Lega A, inseguita, osannata, ricercata, sognata e cantata per mille e più giorni. Quel giorno in un solo posto si riunivano i sogni di gloria, le soddisfazioni e le realizzazioni di così tanta gente, dei più giovani che seguivano da pochi anni e dei più anziani cresciuti nell’epoca d’oro dei Gentile, degli Esposito, degli Oscar oppure dei Frank e degli Shackleford. […]
Il PalaMaggiò intanto era sempre più colmo di gente e d’entusiasmo: in quella stagione superò le 3.268 presenze medie del precedente 2005-06 (erano invece 1.991 i tifosi di media nel 2004-05). Tra abbonati e tifosi si rischiava spesso il pienone. Il boom di spettatori ci fu nel match contro la Scavolini Pesaro alla penultima di campionato. Arrivavo solitamente tra i primi al PalaMaggiò prima di ogni gara. Almeno con un paio di ore d’anticipo, prima di me solo Andrea di Monaco e gli instancabili Tonino e Mario, angeli custodi d’ogni anfratto del palazzetto. Quel giorno ebbi difficoltà per il traffico fin dal primo pomeriggio. Il motivo era presto svelato: le macchine nel parcheggio erano già numerose e il pubblico assiepato sulle gradinate riempiva e rendeva incandescente l’atmosfera del PalaMaggiò già alle 16:30: la gara iniziava due ore dopo. Mai così tanta gente negli ultimi anni e così tanta attesa, in quell’assolato pomeriggio di inizio primavera. L’ultima volta tra le due nobili decadute era il dicembre del 1993, quando in A1 la Scavolini approfittò di una JuveCaserta sull’orlo di una retrocessione che, a fine anno, arrivò tramite i play out. Non sembravano passati così tanti anni, quando all’ingresso delle squadre in campo c’era l’assordante boato di oltre seimila persone in visibilio. Non si sentivano nemmeno i fischi degli arbitri. […] La super sfida con Pesaro valeva quel primo posto che conservavamo dalla prima giornata e riuscimmo a vincere, all’overtime, grazie a tutto il collettivo (cinque uomini in doppia cifra) con un super Heinrich prima e poi con Callori e Migliori, mentre nel supplementare furono i liberi di McKie ad aprire l’apoteosi bianconera. La promozione era a un passo. Nella settimana che ci separava dalla sfida di Pavia, in un breve articolo sul sito internet ufficiale della JuveCaserta, che gestivo ed aggiornavo da anni, ebbi modo di scrivere le sensazioni e le ansie di quei giorni: “4.718 giorni. Tanti sono trascorsi dall’ultima presenza nell’allora serie A1 della JuveCaserta. Una vita da quel giorno di maggio del ‘94, teatro dell’ultima giornata nel girone giallo dei play out. 25 punti dell’indimenticato Ancilotto e 29 di Leon Wood griffarono il successo sul Banco Sardegna Sassari di Mastroianni e Longobardi (117-104), ma i bianconeri salutarono lo stesso la massima serie. Dopo 13 anni di purgatorio ora la JuveCaserta è ad un passo dal ritorno in Lega A. Serve un’altra sola vittoria, un altro sforzo per coronare una stagione senza precedenti e una regular season condotta fin dall’inizio, davanti a tutti. In Legadue solo Capo d’Orlando due stagioni fa è riuscita a fare più punti della Pepsi Caserta. Eppure questa squadra nell’ultimo mese è finita sotto una valanga di ingenerose critiche, con tutti poi, il giorno dopo la vittoria di Casale, pronti nuovamente a festeggiare. 22 vittorie in 29 gare purtroppo non basteranno, perché servono altri due punti, da conquistare lontano dal PalaMaggiò, come nella migliore tradizione di tutti i successi targati JuveCaserta. Sulla strada verso l’atteso traguardo c’è l’Edimes Pavia, che i risultati dell’ultima giornata condannano a vincere per non farsi sfuggire una meritata qualificazione ai play off, quasi certa solo qualche settimana prima. Non sarà facile, come sempre, per un avversario che venderà cara la pelle, ma la posta in palio di Caserta vale molto di più. Vale un campionato, vale la storia di una società, di una città e di una squadra. Per la prima volta tutto dipende da noi. Un ultimo sforzo allora, quello più difficile, quello che allontana definitivamente ogni speranza a chi insegue, il colpo di reni finale. Un po’ come un ciclista a pochi metri dal traguardo. Pochi metri che durano una vita. Si volta un attimo, vede i rivali. Poi alza le mani al cielo”.