Caserta ha un nuovo Vescovo: ed è un casertano!
Si tratta di monsignor Pietro Lagnese, nato 59 anni fa a Vitulazio.
Dopo la nomina effettuata direttamente da Papa Francesco, l’annuncio è stato dato dall’amministratore apostolico, Tommaso Caputo, arcivescovo prelato di Pompei, nella biblioteca del Seminario di Caserta, in contemporanea con la Sala Stampa vaticana, alla fine dell’Angelus recitato con il ristretto numero di sacerdoti convocati per gli auguri natalizi,.
“Il Papa ha reso breve il tempo della successione – ha spiegato Caputo leggendo la nomina – offrendo in tal modo un esplicito omaggio all’opera del compianto monsignor Giovanni D’Alise, prematuramente scomparso il 4 ottobre scorso a causa del Covid”.
Lagnese, che ha compiuto gli studi nel Seminario arcivescovile di Napoli “Ascalesi” e nella Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridionale, sezione San Tommaso d’Aquino, dove ha conseguito la licenza in teologia, è prete dal 1° maggio 1986.
Parroco per 26 anni, è stato segretario del Sinodo diocesano, padre spirituale in Seminario, responsabile regionale della pastorale della famiglia.
È vescovo dal 2013 quando ha iniziato il suo ministero episcopale a Ischia. E, all’interno della Conferenza episcopale campana, è delegato per il settore giustizia e pace.
Appena venuto a conoscenza della nomina, monsignor Pietro Lagnese ha rivolto subito un messaggio ai casertani.
Dopo aver ricordato con commozione la sua esperienza pastorale di Ischia ai cui abitanti ha tributato un affettuoso ringraziamento unitamente ad un accorato appello all’unità delle comunità ischitane, monsignor Lagnese ha parlato di Caserta: “Il nostro territorio ha tante potenzialità: la terra, l’arte, ma anche la capacità tutta nostra di accogliere, adattarci e lavorare sodo, ma stenta a decollare. Lavoriamo perciò tutti insieme per il bene delle donne e degli uomini che fanno i conti con tante ferite e contraddizioni».
“Penso – ha affermato – alla piaga di una povertà che cresce, specie in questo tempo alla mancanza del lavoro che, pure quando c’è, non è né libero, né partecipativo, né solidale; penso al disagio giovanile ed a una diffusa illegalità che sovente sfocia in vere forme di ingiustizia sociale e di violenza; ma penso pure alla piaga dell’inquinamento ambientale ed a quella cultura dell’indifferenza che diventa rifiuto dello straniero e del diverso».
“Vengo a Caserta – ha concluso monsignor Lagnese – con la consapevolezza di non essere solo. E chiedo anche a voi, fin da ora, di accogliermi così: sono un povero. Non guardate perciò alla mia persona, ma a Colui che io sarò chiamato a rendere presente in mezzo a voi. Sono certo che lo farà innanzitutto la gente semplice, semplice, ma ricca di fede: piccoli, nonni, anziani, malati e tanti altri, quanti nella propria carne portano i segni di una disabilità e, con cristiana sopportazione, fanno l’esperienza della croce”.