Approfondimento Caserta Provincia di Caserta

Immatricolazioni ferme: nel 2020 calano dell’8,7% in Regione. Caserta, maglia nera: -30,8%

Tra chiusure, blocchi alla circolazione e restrizioni dovute all’emergenza sanitaria ed economica in atto, il 2020 è stato un anno difficile anche per il mondo del trasporto merci e persone su strada.

Continental, brand che da 150 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione, ha realizzato un Osservatorio sui macro trend del trasporto pesante con l’obiettivo di fornire una panoramica del settore sia a livello nazionale, sia a livello locale.

Per capire quanto ha inciso la pandemia sullo sviluppo del comparto dei mezzi pesanti in Regione Campania, l’Osservatorio ha analizzato i dati relativi alle nuove immatricolazioni, ai tipi di alimentazione, all’anzianità e alle categorie Euro* del parco circolante in Regione e nelle singole province.

Calo delle immatricolazioni di autobus in Campania: il picco -30,8% a Caserta

Nel 2020 in Italia le immatricolazioni di mezzi pesanti per il trasporto merci con oltre 16t sono state 19.616, il 14,2% in meno rispetto al 2019. Con un lieve miglioramento rispetto alla media nazionale, segue lo stesso trend negativo la Campania, con -9,5% di nuove targhe. In controtendenza, Caserta che cresce del 18,8%.  

Uno scenario simile si presenta per il trasporto persone dove le immatricolazioni di autobus di oltre 3,5t in Italia sono passate da 4.935 del 2019 a 3.404 del 2020 (-31%). Anche in questo caso la diminuzione della Campania è più contenuta, con -8,7%. Le province presentano tutte segno negativo e Caserta si posiziona al vertice più basso della classifica con -30,8%.

Alimentazione, autobus elettrici solo a Caserta

Lo scorso anno, il parco circolante di autocarri merci in Italia ha raggiunto le 4.221.718 unità. La quasi totalità di questi sono alimentati a gasolio (91,6%); i rimanenti sono a benzina (4,6%), a metano (2,2%), a benzina e gas liquido (1,2%), ibridi ed elettrici (0,1% ognuno).

La Campania segue i valori medi nazionali con una preponderanza netta di gasolio (91,14%), seguita dal benzina (che sfiora il 6%). Sotto il 2% metano e benzina e gas liquido e sotto lo 0,1% elettrico e ibrido.

L’ibrido è diffuso con uno 0,1% in tutte le province, compresa Benevento, dove però si azzera l’elettrico.

Il parco autobus nel nostro Paese registra nel 2020 99.883 unità. Anche in questo contesto la maggioranza dei mezzi in circolazione sono a gasolio (93,7%), seguiti però dal metano (4,8%). Sotto l’1% rimangono l’elettrico, il benzina, benzina e gas liquido e l’ibrido.

Anche in Campania la quasi totalità degli autobus sono a gasolio (95,8%), con una piccola percentuale di mezzi a metano (2,7%). Benzina, benzina e gas liquido ed elettrico non superano l’1% mentre l’alimentazione ibrida non è presente.

Le uniche due province che rilevano una quota, seppur irrisoria, di autobus elettrici sono Caserta e Napoli (rispettivamente 0,6% e 0,3%).

Oltre la metà degli autobus ha più di vent’anni

La fascia di anzianità maggiormente rappresentata all’interno del parco circolante italiano di mezzi pesanti per il trasporto merci è quella da 10 a 15 anni (18,9%), seguita dai 15-20 anni (17,9%) e 20-30 anni (15,7%).

Inversa la classifica campana che vede come preponderante la fascia 20-30 (19,2%) seguita da quella 15-20 (18,7%) e da 10-15 (17,7%). Molto alta la quota di autocarri di oltre 30 anni (16%) di oltre 40 (8,3%), specie se confrontata con i mezzi di massimo 5 anni che rimangono al 10%. Questi ultimi scendono a 9,2% nella provincia di Caserta, dove salgono a 24,3% i veicoli ultratrentennali.

Considerando il parco autobus nel nostro Paese, emerge che quelli più recenti (da 0 a 5 anni) sono il 19,4% del totale, mentre quelli più vecchi, di oltre 20 anni, il 25,7%. Nella fascia intermedia da 5 a 20 anni, si colloca la maggior parte del parco circolante.

Stesso schema, ma con numeri un po’ più preoccupanti, in Campania, dove i mezzi più recenti scendono a quota 12,5%, mentre quelli più anziani salgono oltre il 43%. Nella classifica provinciale, Caserta è quella con meno autobus di massimo 5 anni (5,7%) e quella con più veicoli ultraventennali (58,6%).

Caserta provincia con mezzi più inquinanti

Dall’analisi della categoria Euro dei mezzi pesanti per trasporto merci in circolazione a livello nazionale emerge un’importante presenza di veicoli molto recenti (Euro 5 ed Euro 6), che corrisponde al 31,8% del totale; ciò nonostante, quelli più vecchi (Euro 0, Euro 1 ed Euro 2) continuano a coprire una quota superiore (33,3%).

In Campania la classe ambientale più diffusa è l’Euro 0, con ben il 26%, e, sommandola alle categorie più datate si raggiunge il 47,7%. Le categorie più giovani Euro 5 e 6 si fermano invece al 18,8%. Caserta in testa alla lista con il 49% di classi inquinanti, presenta solo un 17% di categorie recenti.

In Italia la percentuale di autobus appartenenti alle categorie Euro 5 ed Euro 6 si attesta al 38,2%. Vi è però ancora in circolazione un’ampia quota di categorie più vecchie, ed Euro 1, Euro 2 ed Euro 3 arrivano al 38,6% del totale.

In Campania la percentuale di Euro 5 e 6 arriva al 23,6%, scontrandosi ancora una volta con un duro 27,2% della classe 0, e un 49,3% di quelle più obsolete (Euro 0,1 e 2).

Caserta ancora una volta si posiziona in testa alla classifica per numero di Euro 0 (32,1%) e classi emissive datate (66,7% per Euro 0,1 e 2). La provincia presenta anche il numero più basso di Euro 5 e 6, al 9,9%.

Considerando categoria euro e anzianità, l’Italia è spaccata in due: il parco circolante è più giovane nelle regioni del Nord e del Centro mentre è più datato nelle regioni del Sud Italia.

La circolazione di mezzi di trasporto vecchi e con classi ambientali datate peggiora sensibilmente la situazione delle emissioni nell’ambiente e la sicurezza della circolazione, e pone l’accento sulla necessità di accelerare il ricambio di questi mezzi con altri più nuovi, sicuri e meno inquinanti, perché dotati di tecnologie recenti.

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