Nel testo aggiornato del PNRR – trasmesso dal Governo Draghi al Senato il 26 aprile 2021 – viene individuato come principale obiettivo quello di abbattere i tempi della giustizia italiana.
L’obiettivo non è solo quello di velocizzare i processi – poiché la loro durata eccessiva «incide sulla percezione della qualità della giustizia stessa e ne offusca indebitamente il valore» –, ma anche riorganizzare gli uffici giudiziari tenendo ben presente che l’efficienza della giustizia condiziona positivamente lo sviluppo economico ed il mercato.
Seguendo queste linee e promuovendo un confronto costruttivo tra magistratura, avvocatura e mondo accademico, il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania organizza – venerdì 24 marzo alle 15.30 a Palazzo Melzi a S. Maria Capua Vetere– una tavola rotonda sul tema della riforma della giustizia, secondo appuntamento del ciclo «PNRR: il nuovo volto della Giustizia».
L’INCONTRO
I tempi della giustizia italiana sono da sempre al centro di polemiche e confronti rispetto a quelli europei, «l’efficienza dell’amministrazione della giustizia rappresenta un valore in sé – spiega Raffaele Picaro, docente e direttore del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli – radicato nella cultura costituzionale europea che richiede di assicurare “rimedi giurisdizionali effettivi” per la tutela dei diritti, specie dei soggetti più deboli. La Riforma della giustizia prevista nel PNRR si prefigge, quindi, l’obiettivo di affrontare i nodi strutturali del processo civile e di quello penale ed, in particolare, nel campo della giustizia civile, realizza interventi volti a semplificare il rito processuale in primo grado ed in appello, passando per l’ulteriore implementazione del processo telematico».
«Tutto questo avrà come effetto quello di condizionare positivamente lo sviluppo economico ed il mercato – continua il direttore Picaro – poiché è una giustizia rapida, senza dimenticare la qualità, all’effetto diretto di stimolare la concorrenza. Poiché sarà più rapida e meno costosa l’uscita dal mercato delle realtà non più produttive e la ristrutturazione di quelle in difficoltà, la giustizia aiuterà a ridurre il costo del credito offrendo maggiore reputazione ed affidabilità alle imprese più giovani».
Riformare la giustizia non è cosa facile e richiede, nella sua applicabilità, che tutte le parti in gioco sia perfettamente armonizzate. «Il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università Vanvitelli si è fatto promotore di questo incontro proprio per favorire l’incontro e il confronto tra avvocati e magistrati – conclude Raffaele Picaro – senza dimenticare il contributo del mondo accademico. La giustizia è un organismo complesso e richiede che tutti gli ingranaggi siano necessariamente performanti per raggiungere un obiettivo comune. Rendere tutti gli attori del sistema protagonisti di un vivo confronto sulla riforma è il modo migliore per giungere non solo ad un’interpretazione condivisa delle nuove norme, ma ad un impegno comune volto a rendere migliore la percezione della giustizia italiana».
LA TAVOLA ROTONDA
Ad introdurre i lavori ci saranno Giovanni Francesco Nicoletti, magnifico rettore dell’Università Vanvitelli, Raffaele Picaro, direttore del dipartimento di giurisprudenza dell’Università Vanvitelli, Fabio Pinelli, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Pierluigi Picardi, presidente del Tribunale di Napoli Nord, Maria Ilaria Romano, magistrato del Tribunale di Napoli e segretario distrettuale di Magistratura Indipendente, Angela Del Vecchio, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Santa Maria Capua Vetere, e Gianluca Lauro, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del Foro di Napoli Nord.
Attorno al tavolo dei relatori si confronteranno Paola D’Ovidio, componente della procura generale della Corte di Cassazione e consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura, Cristina Capone, magistrato del Tribunale di Napoli Nord, Giuseppe Ferrara, avvocato del foro di Napoli Nord, Emanuele Alcidi, magistrato del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Luigi Ricciardelli, avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere, ed Antonio D’Amato, componente della procura di Santa Maria Capua Vetere e già consigliere del CSM.
Ad introdurre i lavori sarà Edoardo Cilenti, magistrato della Corte di Appello di Napoli e consigliere del CSM, modera Gian Paolo Califano, docente di diritto processuale e civile dell’Università Vanvitelli.
Conclude Luigi Salvato, procuratore generale della Corte di Cassazione.