Cultura

“Fiume in piena”: il documento dei comitati e della associazioni

Articolo 32 della Costituzione:

“ La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”.
Art.9 :“(La Repubblica) tutela il paesaggio … della Nazione”.

Nell’intera zona vesuviana lo Stato, consentendo prima la gestione delle cave trasformate in discariche da parte di personaggi legati alle famiglie camorristiche e poi con leggi speciali e in deroga, ha violato il diritto fondamentale alla vita e alla salute.

Lo dicono i verbali della Commissione parlamentare Ecomafia che negli anni 70 e 80, su denuncia delle associazioni ambientaliste, nelle discariche del vesuviano sono stati interrati dalla camorra del territorio rifiuti di ogni tipo, tossici e pericolosi, con l’assenza di qualsiasi controllo se non con la complicità omertosa di tutte le istituzioni .

Lo dicono le Leggi emergenziali del 2008 che ha prodotto il sequestro di una parte del territorio nel Parco Nazionale del Vesuvio e l’aperta di una megadiscarica, in  aggiunta a quelle già esistenti.

Di fronte a questo scempio le comunità dell’area vesuviana si sono ribellate, alzando forte la protesta contro la devastazione ambientale e il rischio per la salute dei suoi abitanti .

Stato di emergenza creato volontariamente per nascondere, tra i cumuli di rifiuti indifferenziati, quelli tossici e pericolosi di cui purtroppo è pieno l’intero Parco nazionale del Vesuvio.

La militarizzazione del territorio ha visto le forze dell’ordine non a tutelare la natura violata e gli inermi cittadini , ma a scortare, come carico prezioso, i rifiuti puzzolenti trasportati da autocompattatori in capo a società, che troppo spesso, erano direttamente collegate con la camorra alla luce di diverse inchieste giudiziarie.

Di fronte alla popolazione che difendeva i suoi diritti fondamentali, lo Stato ha risposto con l’arroganza dei manganelli e con la chiusura sistematica ad ogni soluzione alternativa del Piano regionale dei rifiuti urbani che applicasse la riduzione a monte, la R.D., il compostaggio, il recupero, il riciclo e il riuso dei materiali verso il modello Rifiuti Zero per eliminare discariche e inceneritori.

Solo la tenacia e la determinazione nel difendere il diritto alla vita e alla salute, come stabilito anche dalla Comunità Europea, contrapposto all’illecita violazione di norme e regole  da parte dei governi nazionali, ha consentito di evitare l’immane disastro ambientale di aprire la più grande discarica d’Europa a cava Vitiello.

Oggi, con il nostro territorio profondamente alterato e inquinato, noi aggiungiamo la nostra voce a quella delle altre comunità campane presenti qui, in questa piazza.

E in forza di ciò CHIEDIAMO

Il riconoscimento dello stato di disastro ambientale su tutto il territorio della Campania, pinendo i responsabili di tale scempio ambientale e sanitario.

CHIEDIAMO

La mappatura del territorio regionale con l’uso delle migliori tecnologie, al fine di individuare tutti i siti utilizzati come discariche, autorizzate o abusive,  e le falde acquifere inquinate, per dare dati certi alla popolazione.

CHIEDIAMO

l’individuazione delle aree della Regione prive di sostanze inquinanti, dove  si coltivano prodotti non contaminati, per salvaguardare i prodotti sani e gli agricoltori onesti.

CHIEDIAMO

Di far cessare immediatamente gli sversamenti abusivi di rifiuti e i roghi tossici, istituendo il reato di ecocidio, con  pene certe e adeguate per i responsabili.

CHIEDIAMO

La pianificazione di interventi di risanamento dell’intero territorio regionale e l’uscita dalla logica delle bonifiche emergenziali, previste da leggi speciali.

CHIEDIAMO

 Il sistematico controllo e la tracciabilità dei rifiuti speciali e industriali pericolosi, senza più deroghe o ritardi per la nostra Regione.

CHIEDIAMO

Nel rispetto dei protocolli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’immediata istituzione del Registro regionale dei tumori e un contestuale e sistematico screening delle patologie non neoplastiche, connesse all’inquinamento ambientale, prevedendo interventi di sostegno economico per i soggetti  vittime di queste patologie già nella fase di diagnosi.

CHIEDIAMO

La pianificazione di una campagna di sensibilizzazione delle comunità e di un percorso educativo sull’ambiente e sulla sua tutela a partire dalle scuole.

CHIEDIAMO

Un Piano regionale alternativo dei rifiuti che partendo dalla risoluzione del Parlamento europeo avvii un ciclo virtuoso verso Rifiuti Zero che rinunci a discariche e inceneritori e ad ogni forma di combustione dei rifiuti.

CHIEDIAMO

Un percorso virtuoso di responsabilizzazione delle amministrazioni Regionali e locali verso le comunità amministrate, affinché, in applicazione della convenzione di  Aarhus e del Principio di precauzione condividano proposte e soluzioni in tema di tutela della salute, salvaguardia ambientale e della biodiversità, partecipazione ai processi decisionali.

CHIEDIAMO

Un’azione risarcitoria a favore delle popolazioni campane non solo in termini di bonifiche ambientali, ma anche contro le tante aziende private e pubbliche ed i loro amministratori, che hanno smaltito i loro rifiuti in Campania attraverso le organizzazioni camorristiche nel silenzio se non con la complicità di istituzioni e apparati dello Stato.

CHIEDIAMO

L’istituzione di un fondo economico, alimentato dai proventi illeciti sequestrati ai clan della camorra, da destinare esclusivamente per interventi di sanificazione ambientale.

Rete dei Comitati vesuviani

Ass. Mamme Vulcaniche onlus

Ass. La Fenice Vulcanica 

Comitato La Ginestra Terzigno  

Movimento Acqua pubblica – area vesuviana

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