Tutti i bimbi sono uguali, anche i 100 mila figli di genitori in stato detentivo. Non escludiamoli dai giochi. C’è una partita da giocare, anche in carcere con papà.
Dal 1° giugno 2023, negli istituti penitenziari italiani, si disputa la 7° edizione de “La Partita con mamma e papà” , l’atteso incontro tra i genitori detenuti e i loro figli, all’interno della annuale campagna “Carceri aperte”, che fa accedere negli istituti le famiglie a partecipare a un evento atteso e relazionale.
La possibilità di giocare una partita con la mamma detenuta o con il papà e di condividere questo momento ludico, normale per tutti gli altri bambini, risulta eccezionale per i figli dei genitori detenuti e le loro famiglie e rimane a lungo nella loro memoria.
“La Partita con mamma e papà” è creata e organizzata dall’Associazione “Bambini senza sbarre” Ets in collaborazione con il Ministero della Giustizia, sezione Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
“La Partita con mamma papà” e “Carceri aperte” si inscrivono, come ogni giugno, nella Campagna europea “Non un mio crimine ma una mia condanna” del network europeo COPE (Children Of Prisoners Europe).
La Campagna vuole sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità per tutti i bambini e ha l’obiettivo di portare in primo piano il tema dei pregiudizi di cui spesso sono vittime i 100 mila bambini in Italia (2,2 milioni in Europa) che hanno la mamma o il papà in carcere e per questo sono emarginati.
Sono bambini che vivono in silenzio il loro segreto sul genitore recluso nel tentativo di non essere stigmatizzati ed esclusi.
Obiettivo principale di “Bambini senza sbarre“, perseguito da vent’anni, è: il mantenimento del legame tra bambino e genitore detenuto, diritto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Per raggiungere questo obiettivo “Bambini senza sbarre” ha creato, negli anni, strumenti specifici, dallo “Spazio Giallo” in carcere, al colloquio esclusivo, dai gruppi di parola al laboratorio artistico, all’azione molto coinvolgente dell’incontro tutto particolare “giocato dentro come se fosse fuori dal carcere”.
“La partita con mamma e papà” diventa un’azione che incide anche sul carcere che ritrova sé stesso a mobilitarsi in ogni suo settore, anno dopo anno, e ad introiettare il fatto che i bambini possono essere, con la sola loro periodica presenza ai colloqui, dei veri fattori di cambiamento dell’istituzione carcere.
L’azione è partita otto anni fa con l’adesione di 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti e si è tenuta tutti gli anni salvo la sospensione di due anni a causa della pandemia. Nel 2022 è stato raggiunto il numero di 82 incontri giocati in altrettante carceri e città, da Belluno a Palermo, da Roma a Cagliari, da Napoli a Bari, coinvolgendo migliaia di bambini e loro genitori detenuti, oltre agli agenti di polizia penitenziaria, gli educatori, soggetti del terzo settore operanti nelle carceri, la cittadinanza, i media locali e nazionali.
“Bambini senza sbarre” Onlus :
L’Associazione difende i diritti dei bambini partendo dall’idea che “I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini”, frase riportata sulle magliette usate per le partite. L’Associazione è impegnata nella cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, nella tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo e nella sensibilizzazione della rete istituzionale e della società civile.
“Bambini senza sbarre” è attiva in rete sul territorio nazionale col suo “Sistema spazio Giallo” operativo dentro e fuori dalle carceri. L’Associazione opera direttamente in Lombardia (Milano, Bergamo, Lodi, Voghera, Vigevano, Pavia), in Toscana, Campania e Calabria e supervisiona le attività dei partner in rete a Brescia, Varese, in Piemonte, Marche, Basilicata, Puglia e Sicilia.
Il “Sistema Spazio Giallo” comprende fra le varie attività la creazione e la gestione, nelle carceri, dello “Spazio Giallo“, ideato da “Bambini senza sbarre“. È uno spazio relazionale di ascolto e sostegno psicologico alle famiglie e in particolare ai bambini che entrano in carcere quotidianamente per incontrare il genitore, un’interfaccia con funzione di mediazione tra il mondo esterno e il carcere.
La “Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti”, firmata il 21 marzo 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e da “Bambini senza sbarre“, rinnovata nel 2016, 2018 e nel dicembre 2021, ha recepito l’importanza di questo progetto e raccomanda in 8 articoli che nelle carceri italiane siano presenti degli spazi dedicati ai bambini che vanno a trovare il genitore detenuto e altre contestuali raccomandazioni e linee guida.
La Carta riconosce formalmente i diritti di questi bambini, in particolare il diritto alla non discriminazione e alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore in attuazione degli artt. 3 e 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (20.11.1989).
Da allora “Bambini senza sbarre” è impegnata nella diffusione e nel monitoraggio dell’applicazione delle linee guida della Carta negli istituti penitenziari italiani, partecipando al Tavolo nazionale di monitoraggio con Ministero di Giustizia e Autorità Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, organizzando e partecipando a seminari e convegni, creando una rete di attenzione nazionale di realtà istituzionali e del Terzo Settore e fornendo consulenza sui temi della genitorialità in carcere.
A rafforzare l’impatto della Carta e del ruolo dell’Associazione a livello italiano ed europeo, si è anche imposta la Raccomandazione CM/Rec(2018)5, adottata ad aprile 2018 dal Consiglio d’Europa e rivolta al Comitato dei Ministri dei 47 stati membri. La Raccomandazione ha assunto come modello la Carta italiana per preservare i diritti e gli interessi dei bambini e ragazzi figli di detenuti, indicando “Bambini senza sbarre” come ispiratore.