La Continental ha realizzato anche quest’anno l’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto alla sua quarta edizione.
Lo studio fotografa lo stato del settore nelle province italiane nel 2023, dopo un 2022 caratterizzato da un rallentamento seguito alla ripresa post Covid-19, e prova a tracciare la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità e la categoria euro del parco circolante (Fonte: elaborazione su dati ACI ed AISCAT)
Il trasporto merci oltre le 16t nel 2023 in Italia ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022. La Campania, grazie anche alla presenza di grandi flotte, ha una crescita percentuale in linea con la media nazionale pari a +6,2% e registra 2.546 nuove targhe. Caserta segue il trend positivo nazionale e cresce del 17,3% (da 335 unità del 2022 a 393 del 2023).
Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dalla capienza, registra un +45,8% con 5.434 immatricolazioni tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. In questo contesto la Campania invece segna una decrescita del 17,8% al netto di 309 nuove targhe, il peggiore calo su scala nazionale. La provincia di Caserta va in controtendenza e cresce del 25% con 5 nuovi bus (vs 4 del 2022).
La situazione italiana per alimentazione del parco merci circolante nel 2023 (relativa agli autocarri di ogni peso totale a terra) rimane quasi invariata rispetto al 2022: il gasolio continua ad essere predominante (90,3%) seguito da benzina e metano (a 4,5% e 2,1%). Timidissima crescita per le alimentazioni alternative: i veicoli a GPL segnano un +1,5% contro l’1,4% del 2022, così come gli elettrici (0,4% contro lo 0,3%); crescita più sostenuta per gli ibridi (0,5% se con motore termico a gasolio e 0,6% a benzina).
In Campania si segnala una lieve crescita per gli ibridi che raggiungono lo 0,5%, mentre l’elettrico si ferma a 0,1%. Il gasolio copre il 90,5% del parco (-0,2 punti percentuali rispetto all’anno precedente) e il metano rimane all’1,6%.
Stesso andamento a Caserta con gli ibridi in aumento a 0,5% del circolante, l’elettrico e il metano fermi (a 0,1% e 1,2%) e il gasolio in discesa al 92,9%.
Il parco autobus nazionale (di tutte le dimensioni) vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative, dovuta essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio: la maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1%), il metano è al 6,1% e le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2% (rispettivamente 1,3% e 0,9%).
In Campania si assiste a una crescita di metano ed elettrico, rispettivamente al 3,1% e 0,3, mentre il gasolio passa da 96% a 95,7%.
A Caserta il gasolio invece cresce da 97,8% a 98,0% mentre il metano cala di 0,1 punto percentuale e arriva a 0,6%. L’elettrico rimane a 0,3% e l’ibrido a 0. La benzina ferma all’1% segna la quota più alta della regione.
Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4, 5 e 6 che, insieme, raggiungono il 55,5% del totale. I dati di Euro 0, 1, 2 e 3 (pari al 44% complessivo) necessiterebbero di analisi approfondite in quanto potrebbero essere viziati da iscrizioni al PRA di veicoli non più circolanti.
Una delle otto regioni con prevalenza di veicoli più inquinanti, in Campania il parco merci è composto per il 58,6% da veicoli Euro 0,1,2 e 3 e per il restante 41,1% da Euro 4, 5 e 6.
In linea con la panoramica regionale, Caserta sfiora il 60% di mezzi inquinanti. Qui i soli Euro 0 coprono il 23,5%. Per contro le classi Euro 5 ed Euro 6 arrivano al 24,6% (rispettivamente al 9,7% e 14,9%).
L’età degli autocarri in circolazione in Italia rispecchia a grandi linee la loro classe ecologica; la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta dal 3,6% al 4,4% ma allo stesso tempo invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli tra uno e cinque anni. I dati dei più anziani potrebbero essere anche qui viziati dal permanere sui registri di veicoli non più circolanti, tanto che la fascia oltre i 20 anni risulta la più diffusa con il 35,3% del circolante.
In Campania la fascia più rappresentata è quella di autocarri tra 20 e 30 anni, che copre il 22,6% del totale circolante. Rispetto alla media nazionale la regione presenta un parco decisamente più datato: il 26,5% dei veicoli ha più di 30 anni (15,8% in Italia) e quelli sotto i 10 anni scendono al 21,2% (35,2% Italia).
In linea con la media regionale, in provincia di Caserta il 26,6% supera i 30 anni mentre il 20% ne ha meno di 10. La fascia più diffusa rimane quella tra i 20 e i 30 anni che sale a 23,7% (+1 punto percentuale rispetto al 2022).
Gli autobus italiani risentono positivamente dei contributi per le flotte di TPL e generalmente i mezzi più vecchi registrano dati più aderenti alla realtà rispetto agli autocarri di pari età. Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino a un anno) e in generale il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022).
Anche in questo caso la Campania mostra un parco molto datato: i veicoli sopra i 20 anni raggiungono quota 45,6% (vs 27,5% dell’Italia) e quelli sotto i 10 anni il 27,1%. La fascia più diffusa è quella tra i 20 e i 30 anni (pari al 21,4%).
A Caserta l’11,2% dei bus ha massimo 10 anni; gli autobus datati invece sfiorano il 64%. La fascia più diffusa è dai 20 ai 30 anni con il 34,7%, percentuale più alta della regione.