Cronaca Politica Provincia di Caserta

Tangenti in cambio di appalti: indagato Giorgio Magliocca che si dimette da Presidente della Provincia di Caserta e da Sindaco di Pignataro Maggiore

I carabinieri del Comando Provinciale di Caserta – Reparto Territoriale di Aversa (gli stessi che hanno realizzato gli accertamenti anche sul consigliere regionale Giovanni Zannini) – hanno effettuato delle perquisizioni presso la sede della Provincia di Caserta in area Saint Gobain, in particolare negli uffici del presidente Giorgio Magliocca (che è indagato) e dei settori edilizia e viabilità, nell’ambito di un’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere su un sistema di appalti in cambio di tangenti.

Perquisita anche l’abitazione di Magliocca a Pignataro Maggiore, comune in cui risiede e di cui era sindaco dal 2016 .

In particolare venivano concessi ad imprenditori appalti per la manutenzione di strade e scuole in cambio di soldi destinati alla società di calcio “Vitulazio Asd” ove gioca, come calciatore dilettante, il figlio dello stesso Magliocca.

In totale le perquisizioni effettuate sono undici e riguardano dieci indagati; oltre a Magliocca figurano dipendenti pubblici tra cui il dirigente del settore viabilità della Provincia di Caserta Gerardo Palmieri, la dipendente Clara Di Patria, il responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Pignataro Maggiore Marcello Baldo, e diversi imprenditori edili, in particolare Cosimo Rosato e Gianpaolo Benedetti.

I reati contestati a vario titolo sono la corruzione nell’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, la frode nelle pubbliche forniture e il subappalto non autorizzato. Magliocca è inoltre indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, in un ulteriore filone di indagine, con un finanziere in servizio all’ufficio intercettazioni della procura ed al cugino del militare.

L’inchiesta rappresenta un ulteriore filone di quella che ha coinvolto il consigliere regionale nonché presidente della Commissione Ambiente della Regione Campania Giovanni Zannini, anch’egli indagato per corruzione e sottoposto a perquisizione dai carabinieri ad inizio ottobre.

Immediate sono state le dimissioni di Magliocca dalle cariche di Sindaco di Pignataro Maggiore e di Presidente della Provincia di Caserta: “Sento la necessità – ha dichiarato – di condividere la decisione assunta e lo stato d’animo che io e la mia famiglia stiamo attraversando in queste ore a seguito della perquisizione subita, nell’ambito di una indagine portata avanti dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e relativa ad alcune sponsorizzazioni veicolate ad una squadra di calcio casertana. Le attività investigative hanno di nuovo riportato alla mia mente ed a quella dei miei familiari le vicende del 2011, quando ho subito per undici mesi una ingiusta detenzione. Avevo promesso che mai più ci sarebbe stata una situazione di pericolo, per me e per la mia famiglia. Così purtroppo non è stato e, di fronte alla responsabilità di genitore che ho, in modo particolare quella di garantire la serenità ai miei giovani figli e a tutti i miei familiari, non posso che prendere la decisione di dimettermi dalla carica di Sindaco e di Presidente della Provincia. Resta il rammarico di non aver potuto portare a termine il mio lavoro di rilancio di Terra di Lavoro. Ma in questo momento sento la necessità di affrontare serenamente questa fase della mia vita. Senza alcuna tensione e condizionamento di sorta”.

Ora gli inquirenti della procura di Santa Maria Capua Vetere (sostituti Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano, procuratore Pierpaolo Bruni) ed i carabinieri stanno iniziando ad analizzare telefonini e chiavette sequestrate agli indagati durante le perquisizioni

Per i pm, Magliocca sarebbe intervenuto a favore del figlio sia nella stagione 2022-2023, in cui il ragazzo militava nella squadra juniores del Gladiator 1924, facendo versare contributi per 30mila euro da imprenditori non identificati, che nella stagione 2023-2024, in cui il figlio si era trasferito nel campionato di Promozione al Vitulazio; in questo caso Magliocca avrebbe fatto intervenire gli imprenditori Rosato e Benedetti (entrambi indagati), con il primo che avrebbe sborsato a favore del Vitulazio una somma di 40mila euro, pagando poi anche l’ingaggio come allenatore di Alfonso Valente (anch’egli indagato), che in precedenza era al Gladiator con il figlio di Magliocca, e che il presidente della Provincia ha fatto in modo passasse nella nuova squadra del figlio affinché continuasse a favorirlo.

Il Gladiator juniores sostanzialmente l’ho finanziato io, con tutta una serie di sponsorizzazioni” dice Magliocca intercettato mentre parla con Luigi De Lucia, presidente dell’Asd Vitulazio, indagato con il figlio Alfonso che è cassiere del team.

Secondo l’ipotesi dei pm, Rosato ha anche assunto Valente – i due sono cugini – in un sua azienda ed in cambio ha avuto in affidamento tra gli ultimi mesi del 2023 ed inizio 2024 lavori pubblici per circa 300mila euro, in particolare dalla Provincia la manutenzione da 113mila euro della strada San Leucio-Castel Morrone ed il rifacimento per un importo di 87mila euro del tetto del Convitto di Piedimonte Matese, dal Comune di Pignataro l’appalto da 130mila euro per la riqualificazione delle strade comunali. Benedetti ha invece dato 12mila a titolo di sponsorizzazione al Vitulazio ricevendo l’appalto da quasi 72mila euro per lavori antincendio all’istituto superiore Bachelet di Santa Maria a Vico. Rilevante anche la figura di Valente, allenatore, ma anche intermediario, visto che sarebbe stato lui, secondo gli inquirenti, ad indicare a Magliocca l’imprenditore, ovvero il cugino Rosato, cui chiedere i soldi per la squadra, dandogli in cambio ovviamente dei lavori.

Altra circostanza emersa dalle indagini, stando agli inquirenti, è la pretesa di immunità che Magliocca pensava di godere in quanto membro del Comitato Europeo delle Regioni, l’assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell’Unione europea tanto che, in una conversazione telefonica di circa un anno fa ascoltata dagli inquirenti, sapendo già di essere indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere – era stato informato dell’inchiesta dal cugino di un finanziere in servizio proprio alla Procura – introduce apposta il tema dell’immunità. E’ l’interlocutore ad informare Magliocca di aver recuperato il Regolamento interno del Comitato Europeo delle Regioni da cui si evince, secondo Magliocca, che la sua immunità è assimilabile a quella di un parlamentare europeo, un’immunità “potenziata” addirittura rispetto a quella di un parlamentare nazionale. Dopo averne ascoltato le parole, l’ufficio inquirente guidato dal Procuratore Pierpaolo Bruni si è effettivamente posto il problema dell’immunità di Magliocca, e ha fatto richiesta al Gip circa la validità della prosecuzione dell’attività di intercettazione; il giudice per le indagini preliminari ha concluso però, con un provvedimento motivato del 30 novembre 2023, che Magliocca non gode di quest’immunità e ha conseguentemente autorizzato la Procura a proseguire con le intercettazioni. Magliocca dunque sapeva da tempo, già prima delle perquisizioni effettuate in queste ore, dell’indagine a suo carico; lo aveva informato ad ottobre 2023 un altro imprenditore indagato Mattia Parente, il cui cugino Giuseppe è un finanziere in servizio all’ufficio intercettazioni della Procura di Santa Maria Capua Vetere, e conosceva dunque dell’inchiesta sul presidente della Provincia. I due, con Magliocca, sono indagati per rivelazione di segreto d’ufficio.

Mattia Parente ha ricevuto in cambio – è l’ipotesi d’accusa – tra il 2018 e il 2020 da Magliocca, in qualità di sindaco di Pignataro, diversi affidamenti, dalla fornitura di fiori ad Ognissanti alla pulizia degli uffici comunali e del cimitero.

Determinante per l’indagine anche il contributo del sindaco di Vitulazio Antonio Scialdone, nel cui ufficio Magliocca si presenta subito dopo aver appreso dai Parente dell’inchiesta a suo carico. Scialdone avverte i carabinieri ed annuncia che la sera avrebbe rivisto Magliocca a casa sua. Il dialogo tra i due sarà quindi intercettato e, nella circostanza, Magliocca confessa di aver saputo da “fonte qualificatissima” dell’indagine, e da ciò emerge, secondo la Procura, la prova della fuga di notizie.

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