In riferimento all’ultimo comunicato della Fondazione Casa Fratelli Tutti, il Comitato Macrico è costretto, ancora una volta, a chiarire alla cittadinanza puntualmente le proprie posizioni:
- La volumetria esistente non è affatto di 525.000 metri cubi, ma di circa 230.000, come il Comitato afferma da anni: nel calcolo non si possono conteggiare tettoie in lamiera per il ricovero dei carri armati che sono state smontate venti anni fa. Vanno considerate, infatti, le sole costruzioni in muratura esistenti. A dimostrazione di quanto affermato, si allegano la planimetria della volumetria esistente al momento della dismissione da parte del Ministero della Difesa e quella allegata ai Decreti di vincolo;
- Il Comitato non ha mai dichiarato che suoi rappresentanti si sono presentati alla riunione del 7 novembre in Regione Campania perché non era giunta la nota del Dirigente Regionale che opponeva un diniego alla loro partecipazione. Piuttosto, la delegazione è andata per far valere il diritto ad essere presenti, come sancito dalla Legge n.241/90: diritto che è stato colpevolmente negato. Ci si lamenta spesso della scarsa partecipazione dei cittadini e poi quando i cittadini vogliono partecipare vengono messi alla porta.
- Si continua a citare ossessivamente uno studio del 2007 che era un lavoro puramente accademico di progettisti che volevano dimostrare la fattibilità, anche economica, della proposta del parco pubblico per il Macrico. Il progetto fu realizzato a fronte della assurda richiesta da parte dall’Istituto Diocesano Sostentamento Clero di Caserta di 40 milioni di euro per vendere l’area.
In conclusione, si continua caparbiamente a non rispondere alle vere domande:
- Perché impedire ai rappresentanti del Comitato Macrico di intervenire alla riunione in Regione Campania? Cosa vi era di tanto segreto che i cittadini non devono sapere?
- Quale destinazione urbanistica si prevede di attribuire all’area?
- Ne verrà conservata l’integrità, in ossequio ai vincoli esistenti?
- Quali funzioni saranno previste?
Le polemiche continuano a lasciare inevase le domande che abbiamo sempre rivolto alle istituzioni nell’esclusivo interesse della città.