“Altragricoltura“, Confederazione sindacale per la Sovranità alimentare, fa presente che il “Programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina” (adottato dalla Regione Campania con la delibera della Giunta Regionale n.104 dell’8 marzo 2022) aveva come obiettivo l’eradicazione di brucellosi e tubercolosi dagli allevamenti entro il 31 dicembre 2024, il che non solo non è avvenuto ma, al momento, appare come un risultato a rischio mentre persistono e si aggravano le condizioni degli allevatori.
Il Presidente della Regione ed assessore alla Sanità ad interim, ancora una volta, gioca con i numeri mistificando la realtà e compiendo la solita, vecchia, stantìa operazione di prendere qualche dato puntuale (per carità solo quelli che servono a dimostrare le migliori tesi trionfalistiche) per usi strumentali e politici.
La Regione sa bene che la correttezza scientifica vuole che i dati vanno valutati percentualmente su base annua e che vanno successivamente confermati nel tempo.
Ad oggi la prevalenza della BRC in provincia di Caserta avrebbe dovuto essere sotto il 2% ed invece il dato percentuale elaborato a fine anno e confermato sei mesi dopo (se questi sono i numeri) ci dirà che siamo probabilmente intorno al 9%.
Secondo i dati resi disponibili oggi – 9 dicembre 2024 – dal sito web del Bollettino epidemiologico veterinario nazionale, curato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale”, in Campania sono ancora attivi ben 16 focolai di brucellosi dei quali 15 in provincia di Caserta e quasi tutti riguardanti la specie bufalina e uno in provincia di Avellino, che pure aveva guadagnato il titolo di provincia indenne. In larga parte i focolai attivi riguardano allevamenti bufalini situati nell’area cluster d’infezione delimitata dalla Regione Campania.
Inoltre, sempre secondo il Bollettino epidemiologico veterinario nazionale, sono attivi in Campania 15 focolai di tubercolosi bovina, largamente concentrati in provincia di Salerno, ma con presenze puntuali anche nelle province di Caserta, Avellino e Benevento.
C’è un miglioramento nei numeri rispetto a quando abbiamo iniziata la vertenza per chiedere il cambio di rotta nella gestione del Piano della Regione Campania per la eradicazione della BRC e della TBC? Indubbiamente, come abbiamo rivelato più volte, ma assolutamente insufficienti nell’indicare la soluzione dei problemi. E questo non grazie alla Regione Campania (piuttosto nonostante la Regione Campania che continua a non rendersi disponibile ad un cambiamento vero), bensì grazie all’azione degli allevatori e dei tanti alleati, alla loro responsabilità ed al lavoro cosciente di quella parte della veterinaria casertana che, nonostante minacce e intimidazioni, continua a fare il proprio lavoro.
È stato grazie al movimento degli allevatori ed alla iniziativa sindacale di Altragricoltura che, dopo anni di bugie, la Regione è stata costretta ad inserire nel piano la vaccinazione e l’autocontrollo che, se pur osteggiate e monche per come sono state fin qui applicate, hanno permesso dal 2001 che le nuove generazioni di animali si giovassero di strumenti che la Regione si è ostinata per troppo tempo a negare.
Se il Governo Nazionale (ricordiamo con il consenso di tutte le forze politiche in Parlamento) ha nominato il Commissario Nazionale sulla BRC e la TBC è perché la Regione Campania ha fallito nell’obiettivo da oltre dieci anni (come del resto anche le altre regioni coinvolte). Punto!
Sono troppe le imprese che ancora attendono il certificato di ripopolamento pur avendo speso una barca di soldi propri e nonostante siano indenni da mesi, troppo facile dire che la BRC è scomparsa mentre si impedisce alle aziende di introdurre gli animali, cosi come enormi sono i rischi che la curva dei contagi torni ad impennarsi per l’assoluta mancanza di azioni di sorveglianza e prevenzione che questo piano fallimentare non prevede.
Questi fatti non possono essere oggetto di polemiche tanto sterili quanto controproducenti. Il Commissario straordinario di Governo non può essere minacciato da chi ha fallito i propri obiettivi di eradicazione con un alto costo per gli allevatori.
“Affermare altro, tentando di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica su un miglioramento della situazione ed arrivando a lasciar intendere l’inutilità del commissario straordinario di governo, fortemente voluto dagli allevatori, rivolgendogli minacce neppure troppo velate – afferma Gianni Fabbris, segretario generale nazionale di Altragricoltura Cssa – è un esempio di assoluta mancanza di fairplay istituzionale da parte del presidente De Luca che non vuole guardare in faccia alla realtà: brucellosi e tubercolosi sono ancora ben lontane dall’essere eradicate in Campania, l’obiettivo fissato al 31 dicembre dal Programma non è stato raggiunto come del resto ammette egli stesso sostenendo che lo sarà nel 2027 (guarda un po’, dopo le elezioni regionali) .
“Attendiamo con ansia – conclude Fabbris – che il Commissario Nazionale Nicola D’Alterio prenda pieno possesso delle proprie funzioni ed invitiamo la Regione Campania a collaborare facendo gli interessi degli allevatori e delle imprese”.
( Comunicato Stampa )