Cronaca Provincia di Caserta

Il consigliere regionale Zannini sempre più nei guai: confermato il sequestro del caseificio dei fratelli Griffo e dei 4 milioni di euro ottenuti in modo fraudolento

I Carabinieri del Gruppo di Aversa hanno dato esecuzione a decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP, su richiesta della Procura di S. Maria CV, avente ad oggetto uno stabilimento caseario per la produzione di mozzarella e derivati nel Comune di Cancello ed Arnone (il caseificio “Spinosa” di cui sono titolari gli imprenditori Paolo (nella foto in alto a sn) e Luigi Griffo) nonché la somma di circa 4 milioni di euro, ottenuti a titolo di finanziamento da Invitalia S.p.A. per la realizzazione dell’ impianto in oggetto.

Il provvedimento è stato emesso in quanto sono state ricostruite – sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari – i reati di falso, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e violazioni della normativa edilizia in relazione alla realizzazione dello stabilimento oggetto di sequestro.

In particolare, le indagini condotte hanno consentito di evidenziare irregolarità nel rilascio del permesso a costruire per la realizzazione del nuovo impianto produttivo nonché l’induzione in errore dell’Invitalia S.p.A. nell’ambito della procedura relativa alla richiesta di agevolazioni avanzata dalla società in oggetto.

La vicenda rientra tra quelle contestate al consigliere regionale Giovanni Zannini (nella foto in alto a dx) che avrebbe favorito i Griffo nel rilascio della valutazione di incidenza ambientale (Vinca) consentendo così alla società di ottenere l’erogazione di contributi da parte di Invitalia, società interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. In cambio il politico avrebbe ottenuto un sfarzosissimo weekend a bordo dello yacht Camilla di proprietà dei Griffo.

Il permesso a costruire sarebbe stato rilasciato dal Comune di Cancello ed Arnone in assenza di una preventiva Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA), valutazione necessaria nella considerazione che lo stabilimento da realizzarsi sarebbe sorto in prossimità dell’ alveo del fiume Volturno, ovvero in prossimità di un’area sottoposta a tutela in quanto ricadente nella rete NATURA2000.

Gli imprenditori si sarebbero adoperati per superare l’assenza della VINCA, già rilevata dall’Ufficio Speciale Valutazioni ambientali della Regione Campania, che avrebbe comportato la non erogazione dei contributi richiesti per la realizzazione dell’impianto dalla società in oggetto ad INVITALIA – Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A., (società partecipata interamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Il consigliere regionale e presidente della commissione Ambiente Giovanni Zannini a quel punto si è attivato intercedendo con Raffaele Ambrosca, sindaco di Cancello ed Arnone dove ha sede l’impianto.

In particolare, ottenevano la disponibilità del Comune di Cancello ed Arnone (di cui è sindaco Salvatore Montone) a richiedere alla Regione Campania la delega in materia di valutazione di incidenza ambientale, previa convenzione con il Comune di Castello del Matese, comune già delegato dalla Regione Campania e presso il quale è costituita una Commissione Ambiente.

Ottenuta la delega, la Commissione Ambiente del Comune di Castello del Matese ometteva di procedere ad adeguata istruttoria tecnica sulla richiesta di parere avanzata dalla società nonostante le gravi carenze dello studio ambientale, redatto solo formalmente secondo la normativa vigente.

Tra agosto e settembre lo schema di convenzione viene approvato dai due Enti con la Regione che quindi concede la delega al Comune di Cancello ed Arnone. La Commissione ambiente sarebbe anche stata indotta in inganno dal contenuto di una relazione tecnica asseverata, predisposta dai tecnici di parte incaricati, nel corpo della quale i lavori venivano descritti come “da realizzare“, nonostante l’impianto fosse stato già costruito.

Ottenuto il parere di non assoggettabilità a Vinca, rilasciato illegittimamente dalla Commissione Ambiente del Comune di Castello del Matese, gli imprenditori inducevano in inganno la Invitalia S.p.A. circa la sussistenza del requisito ex art 19 bis DM 9.12.2014, cosi ottenendo la corresponsione della somma di circa 4 milioni di euro in parte a titolo di anticipazione a fondo perduto ed in parte a titolo di finanziamento agevolato.

Il Tribunale del riesame ha confermato in data odierna il provvedimento di sequestro emesso dal GIP di Santa Maria Capua Vetere.

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