Nell’odierna mattinata, i Carabinieri della Compagnia di Capua hanno dato esecuzione ad ordinanza di applicazione di misura cautelare personale, emessa dal Gip di S. Maria C.V., su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di tre soggetti originari dei Comuni di Vitulazio/Bellona; sottoposti rispettivamente alla misura cautelare della custodia in carcere la prima; arresti domiciliari nei confronti del compagno di questa; obbligo di presentazione alla PG nei confronti della madre dell’arrestata.
I due conviventi sono ritenuti indiziati, sebbene nella fase embrionale delle indagini preliminari, di numerosi episodi di usura in danno di vittime che versavano in evidente stato di bisogno. Inoltre, sono indiziati di tentativi di estorsione in danno delle stesse vittime, che erano altresì oggetto di atti persecutori continui e ripetuti nel tempo.
Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di un’indagine condotta dai Militari della Stazione di Vitulazio, avviata il mese di febbraio 2024 e conclusa a giugno dello stesso anno, sotto la direzione di questa Procura della Repubblica.
Il procedimento trae origine dall’attività informativa del Comando Stazione Carabinieri di Vitulazio che, durante la ricezione di una querela da parte di una vittima di stalking nei confronti dell’ allora fidanzato, intuivano le difficoltà che la stessa aveva nel saldare un debito contratto dal compagno verso una donna originaria del comune Bellona, ma di fatto domiciliata in Vitulazio.
Ne seguiva una serrata attività investigativa che permetteva di accertare, in appena due mesi, l’esistenza di due conviventi, che esercitavano abusivamente attività finanziaria senza essere iscritti nei previsti elenchi, ovvero concedevano in prestito cospicue somme di danaro.
Le successive attività investigative, comprese le perquisizioni presso l’abitazione degli indagati, facevano rinvenire i registri delle attività finanziaria illegale, nonché numerosi effetti cambiali, dai quali si accertavano i tassi usurai che venivano imposti alle vittime. In effetti, le perizie tecniche confermavano che i tassi di interesse partivano dal 40% fino ad arrivare al 140%, ovvero 7 volte di più rispetto ai limiti previsti dalla legge.
Le vittime, che si trovavano in stato evidente di bisogno e che non potevano accedere ad altre forme di finanziamento lecite, pagavano mensilmente alla donna ed al suo compagno, cifre variabili da 100 € a 1200 €, per paura di ritorsioni. In alcuni casi, i pagamenti si protraevano da più di dieci anni.
Venivano documentati, inoltre, tentativi di estorsione in danno di una delle vittime da parte dell’arrestata e della di lei madre, nonché di una condotta persecutoria anche in danno delle figlie di una delle vittime.
Il preciso lavoro di raccolta ed analisi delle dichiarazioni rese dalle P.O., dagli accertamenti documentali, nonché attraverso attività di ascolto, consentivano di trovare numerosi riscontri concordanti tra loro, in ordine a numerose vittime di usura da parte della coppia, che portavano alla formulazione di un preciso ed univoco quadro probatorio circa la responsabilità dei tre soggetti colpiti da provvedimento cautelare odierno.
Si precisa che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, che gli odierni indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva e che la misura cautelare è stata adottata all’esito di un contraddittorio limitato a tale fase procedimentale e che il Giudice della fase processuale potrà anche valutare l’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.