Il G.M. della JuveCaserta, Marco Atripaldi, è stato ospite dell’ultima puntata della stagione 2013-2014 della trasmissione “Cestisticamente parlando”, il magazine di Radio PRIMARETE Caserta (sui 95.00 Mhz in F.M. oppure in streaming su www.radioprimarete.it), condotto in studio da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Sante Roperto ed Eugenio Simioli (con regia di Imma Tedesco), che ritornerà on air a settembre.
Il giocatore che avete preso che ti ha maggiormente sorpreso? “Sicuramente Carleton Scott. Ero conscio delle sue qualità, ma si è dimostrato un ragazzo molto intelligente che si è subito inserito nel gruppo ed ha accettato il suo ruolo, certamente un buon affare per la JuveCaserta”.
Ripartirete da un nucleo italiani da almeno 90′ per gara, da Ron Moore e Scott: che tipo di mercato farete? “Per la prima volta nella mia carriera riparto da un nucleo di giocatori confermati così cospicuo e mi fa ovviamente piacere. Volendo, potremmo chiudere il mercato già a fine maggio, ma, come si sa, la fretta è cattiva consigliera per cui ci guarderemo bene attorno. Per rinforzare la squadra, riteniamo di dover essere più pericolosi dal perimetro per cui probabilmente gli esterni stranieri saranno due, oltre Moore. Riguardo al 5, lo cerchiamo buon difensore, ma con doti offensive che lo rendano efficace”.
Michele Vitali è entrato nel giro azzurro che conta: potrebbe essere un anno importante per lui? “Michele è il giocatore che abbiamo voluto più di tutti, prima ancora di venire a Caserta era un mio pallino…Nel weekend delle Final Four di Eurolega ho parlato con Pianigiani che mi ha confermato che il ragazzo è interessante e sarà seguito con attenzione per verificare i suoi progressi. Con Molin potrà solo migliorare”.
Molin, appunto! E’ stata una scelta spesso criticata. “Lele è un Signor allenatore, oltre che (e questo è fondamentale!) un vero signore e un galantuomo. Quando l’ho chiamato per Caserta, ci siamo visti a cena a Biella e gli ho chiesto con franchezza: “Lele, Caserta non è Madrid, né Mosca. Te la senti di rischiare? Guarda che, con te, rischio pure io!”. Lui non ha avuto tentennamenti ed ha accettato. Dopo anni di collaborazione con coach di livello mondiale come Messina e Obradovic, aveva voglia di mettersi in gioco in prima persona. Lele è un coach che lavora duro in palestra; con lui tutti, dico tutti, i giocatori sono migliorati in questa stagione. Non è uno da “magate” (che poi non esistono), né gli piace apparire; è uno che in palestra si fa sentire e il suo lavoro si è visto a fine campionato: la squadra vista al torneo di Brindisi (prima uscita stagionale, nds) non è quella che è stata beffata a Pistoia. Comunque per lui era il primo anno da head coach; il prossimo potrà far solo meglio.”.
Hai parlato di conferme. Partire con il play che conosce l’ambiente è un bel vantaggio? “Beh, certamente. Ron si è integrato benissimo nel gruppo ed è ben visto dai compagni e questo è ovvio, considerato che, con il suo apporto, sono migliorate le statistiche di tutti. E’ un ragazzo intelligente, ormai al suo quinto anno europeo, Ti racconto un aneddoto sul suo ingaggio: come si sa, è dovuto scappare dall’Ucraina a causa della guerra. Eravamo a Roma per la gara con l’Acea quando ho capito che avremmo avuto la possibilità di prenderlo. Stavamo trattando anche un altro giocatore (che però era più guardia), ma abbiamo scelto lui. Non c’era certezza su chi fosse il suo agente, in albergo c’era un agente americano chi mi ha messo in contatto con il corrispondente ucraino che, purtroppo, era in ospedale ferito a causa del conflitto. Mi ha mandato comunque una email con le indicazioni di chi lo rappresentava e, alle quattro di notte della domenica, l’ho bloccato. Ron è arrivato negli USA dall’Ucraina la domenica mattina, il lunedì ha rifatto le valigie e ha preso il primo volo per l’Italia. Anche qui un gustoso fuori programma: memore di precedenti esperienze, ho chiesto ad Antimo (Lubrano nds) di seguire il volo di Moore passo, passo. Il suo aereo è arrivato a Napoli Capodichino e, dopo poco, Antimo mi ha chiamato: “Uè Marco, ma Moore non lo troviamo, qui c’é solo una ragazzo di colore alto e grosso, ma è un pugile”. Dopo il bidone di Duhon, mi sono sentito morire. In realtà era successo che Ron, subito all’arrivo, era stato “aggregato” al bus dei pugili americani che partecipavano al “contest” di Clemente Russo, per cui era già in hotel a Caserta!”.
Tanti nomi accostati a Caserta in questo periodo. Trattative reali? “Taquan Dean non lo abbiamo mai trattato. Idem Linton Johnson: lo abbiamo cercato due volte in passato, ma lui non è voluto venire… Laganà? E’ un ragazzo a cui voglio bene, l’ho portato io a Biella, ma ha un importante buy-out e rientrerà a gennaio dall’infortunio. Hollis è davvero bravo,uno dei migliori della Gold, ma nel suo spot abbiamo Scott. Jackson è fortissimo, ma il suo costo è alto e credo abbia altre mire”.
Brooks? “Jeff vorrebbe rimanere a Caserta, è davvero molto attaccato alla città, dove si è trovato benissimo, ed ai tifosi caldissimi. Al momento è fuori dalle nostre possibilità economiche. Con lui da 3 potremmo davvero ambire a competere ad un livello superiore, chissà…”.
Budget, sponsor, soci, abbonamenti: con quali risorse affronterete la prossima stagione? “La famiglia Pallante è contenta dell’investimento fatto e stiamo trattando con loro un rinnovo per poter programmare anche la prossima stagione. Quest’anno mi sembra ci sia maggiore sensibilità delle aziende nei confronti della Juve (si parla anche di una banca nds), vedremo… Per quanto riguarda i soci, è ovviamente necessario che, a Iavazzi e Barbagallo, si affianchino altri imprenditori che possano garantire alla società il futuro che merita. I conti sono assolutamente a posto per cui la società è sana. Per gli abbonamenti, stiamo ipotizzando una rateizzazione (con il supporto di una banca) per venire incontro alle esigenze dei nostri tifosi. Abbiamo intenzione di creare tre soli settori al Palazzo con le curve che arriveranno quasi a bordo campo. Stiamo facendo proiezioni sui costi, che saranno bassi, ed abbiamo pensato ad iniziative per gli abbonati: l’obiettivo è quello di portare quanta più gente possibile a tifare JuveCaserta. Il PalaMaggiò è carico di gloria, ma non è certamente un “fattore” come campi come Reggio Emilia, Brindisi o Pistoia, per cui dovremo impegnarci di più, società e squadra. Per quanto riguarda i budget, quella tra “netto” e “lordo” è una discussione che non mi appassiona: per me il budget è ciò che sarà uscito dalle casse della società a fine stagione, dalle spese correnti agli ingaggi dei giocatori. Il nostro budget quest’anno è stato piuttosto alto perché i due soci hanno dovuto ripianare tutte le pendenze della precedente gestione; è stato un notevole sforzo economico compiuto per risanare la Juve Caserta: manca ancora qualcosa, ma siamo vicini alla meta”.
Il vivaio? “E’ un pallino di Lello (Iavazzi nds) che ha investito molto sulla JuveCaserta Academy. Anche l’ingaggio di Enzino Esposito va in questa direzione. La speranza è di lanciare ragazzi del posto e tornare a reclutare giovani interessanti anche in altre realtà; vorrei inserire nei 10 un 17/18enne che potrebbe essere una futura stella. Dedicheremo un ampio settore del Palazzo ai nostri giovani ed alle loro famiglie però, come facevo a Biella, vorrei evitare di dare abbonamenti a pioggia, ma fissare un costo simbolico dei biglietti per poter istituire una borsa di studio per i nostri atleti più meritevoli dal punto di vista scolastico“.