Nell’ambito di un’articolata indagine coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, i carabinieri della compagnia di Mondragone hanno eseguito un fermo di indiziato delitto nei confronti di 6 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di omicidio, estorsioni, detenzioni e porto di armi da fuoco e ricettazione con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini hanno consentito di svelare le attività illecite, prevalentemente di natura estorsiva, cui sarebbero preposte le nuove leve della locale consorteria camorrista, specialmente ai danni di titolari di attività produttive svolte lungo il litorale domitio, nonché di titolari di aziende edili impegnate nella realizzazione di opere pubbliche.
Tra le accuse contestate vi è, altresì, quella di omicidio di un extracomunitario nigeriano 39enne il cui corpo fu dato alle fiamme insieme alla sua vettura ed abbandonato nelle campagne di Villa Literno insieme alla pistola utilizzata per ucciderlo.
Vertice del gruppo legato al clan camorristico Gagliardi-Fragnoli è ritenuto Giuseppe De Filippis, 42 anni, fermato insieme ad altre sei persone.
De Filippis è un elemento di spicco del clan e, verosimilmente, è anche colui che avrebbe ordinato l’omicidio dell’extracomunitario il cui cadavere carbonizzato è stato trovato in una Ford Fiesta data alle fiamme a Villa Literno nei giorni scorsi.
Le attività illegali del gruppo camorristico di De Filippis vanno dalle estorsioni ai danni di piccoli imprenditori e commercianti della zona, allo spaccio di stupefacenti.
Accertati anche alcuni episodi estorsivi nei confronti dei titolari di alcune aziende impegnate nei lavori di rifacimento stradale nella zona di Mondragone.
Insieme a De Filippis sono state fermate anche altre sei persone: Antonio De Lucia, 39 anni; Alberto Pacifico, 31 anni; Emanuele Invito, 25 anni; Roberto Nerone, 52 anni; Antonio Neri, 32 anni e Francesco De Rosa, 36 anni.
Le accuse nei loro confronti sono, a vario titolo, omicidio, estorsione, ricettazione, porto e detenzione di armi da fuoco, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.