Non sono bastate le denunce per salvare le Terme di San Leo nel sito archeologico di Cales, a Calvi Risorta.
“Erano oramai anni – scrivono in una nota i volontari della rete ArcheoCales – che una delle pareti era pericolante, ma da mesi il forte vento e le continue piogge ne avevano minato definitivamente le fondamenta. Se non si fosse fatto qualcosa, quella parete sarebbe crollata … e, infatti, è crollata!
Durante l’ultimo anno noi, attivisti della rete ArcheoCales, abbiamo inviato ripetute segnalazioni, verbali e scritte, al comune di Calvi Risorta e ad altri enti preposti, ma l’immobilismo regna sovrano.
Ultima di tale segnalazioni è avvenuta a metà febbraio, ma non si è fatto nulla e il crollo alle Terme di San Leo non si è più potuto evitare.
Aggiungiamo che, oltre al danno che si è creato al patrimonio culturale caleno, ci sarebbe potuta essere – continua la nota – anche la beffa: le terme di San Leo insistono lungo il cardo massimo (la strada di accesso a Cales), quindi molto frequentata da chi ogni giorno la percorre per visitare il sito archeologico o per recarsi sul proprio terreno; bastava una coincidenza temporale per ritrovarsi vittima del crollo.
Con la presente, purtroppo, prendiamo atto che Cales sembra essere un bene comune solo per spendere qualche bella parola al convegno di turno.
Per noi Cales è molto di più, e continueremo a difenderla.
Per questo ora – concludono i volontari della rete ArcheoCales – pretendiamo una risposta chiara sul futuro di Cales da tutte le istituzioni in causa; pretendiamo che si intervenga, non per arginare ma per investire le risorse che servono a permettere alla comunità calena di vivere gli splendori di uno dei siti archeologici più importanti della regione.”